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Significato di suburbia

suburbia: sobborghi; area residenziale; vita suburbana

Etimologia e Storia di suburbia

suburbia(n.)

"i sobborghi," 1874, inglese britannico, inizialmente generalmente in riferimento a Londra; da suburb + -ia, forse sul modello di utopia.

THE NIGHT NOISES OF "SUBURBIA."—The night passes calmly until the crescent moon, rising over the housetops, sheds its light on a scene of tranquility tempered only with cats. Unfortunately, Suburbia being rather sentimental, the appearance of the silvery luminary generally causes a severe conflict between rival pianos, divided from each other only by a brick and a half, while multitudinous voices, not always melodious, pay their homage to chaste Diana in hymns culled from "La Fille de Madame Augot." [London Daily News, July 28, 1874]
I RUMORI NOTTURNI DI "SUBURBIA."—La notte passa calma fino a quando la luna crescente, sorgendo sopra i tetti delle case, diffonde la sua luce su una scena di tranquillità temperata solo dai gatti. Sfortunatamente, Suburbia essendo piuttosto sentimentale, l'apparizione del luminoso astro argentato provoca generalmente un severo conflitto tra pianoforti rivali, divisi l'uno dall'altro solo da un mattone e mezzo, mentre voci multitudinarie, non sempre melodiose, rendono omaggio alla castità di Diana in inni tratti da "La Fille de Madame Augot." [London Daily News, 28 luglio 1874]

È attestato negli anni '90 in un contesto statunitense:

"A Street in Suburbia" would have been such a capital title for one of Mr. Bunner's stories of that district of North New Jersey whose male inhabitants daily take the 8:30 train for New York, or for a study by Mr. Howells of the social life in the environs of Boston, that one feels a pang of regret on realizing that the suburbs of Mr. Pugh's book pertain to London, and are infinitely less attractive places than Brookline and Englewood. [The Saint Paul Daily Globe, Sept. 22, 1895]
"A Street in Suburbia" sarebbe stato un titolo capitale per una delle storie del signor Bunner di quel distretto del Nord del New Jersey i cui abitanti maschi prendono quotidianamente il treno delle 8:30 per New York, o per uno studio del signor Howells sulla vita sociale nei dintorni di Boston, tanto che si prova un pangue di rimpianto nel rendersi conto che i sobborghi del libro del signor Pugh riguardano Londra, e sono luoghi infinitamente meno attraenti di Brookline e Englewood. [The Saint Paul Daily Globe, 22 settembre 1895]

La parola fu associata nel 1921 con il sociologo statunitense Lewis Mumford (1895-1990), che plasmò la sua immagine.

The great modern city, for the most part, does not create a common bond but a common repulsion. Suburbia—that vast and aimless drift of human beings, spreading in every direction about our cities, large and small—demonstrates the incapacity of our civilization to foster concrete ways and means for living well. [Mumford, "The Wilderness of Suburbia," The New Republic, Sept. 7, 1921]
La grande città moderna, per la maggior parte, non crea un legame comune ma una repulsione comune. Suburbia—quella vasta e senza scopo deriva di esseri umani, che si diffondono in ogni direzione attorno alle nostre città, grandi e piccole—dimostra l'incapacità della nostra civiltà di promuovere modi e mezzi concreti per vivere bene. [Mumford, "The Wilderness of Suburbia," The New Republic, 7 settembre 1921]

Voci correlate

inizio del 14° secolo, "area periferica di una città o di un comune, area appena al di fuori delle mura," sia agricola che residenziale ma frequentemente residenziale, dal francese antico suburbe "sobborgo di una città," dal latino suburbium "una parte periferica di una città" (soprattutto Roma), da sub "sotto, vicino" (vedi sub-) + urbs (genitivo urbis) "città" (vedi urban).

Di solito al plurale. Tradotto in antico inglese come underburg. Situati appena al di là della giurisdizione municipale, i sobborghi avevano una cattiva reputazione nell'Inghilterra del 17° secolo, soprattutto quelli di Londra, e suburban aveva un senso di "inferiore, degradato, licenzioso" (come in suburban sinner, gergo per "donna facile, prostituta"). Nel 1817, la sfumatura era cambiata in "di maniere inferiori e vedute ristrette." Confronta anche l'equivalente francese faubourg.

[T]he growth of the metropolis throws vast numbers of people into distant dormitories where ... life is carried on without the discipline of rural occupations and without the cultural resources that the Central District of the city still retains. [Lewis Mumford, 1922]

Nel 1551, il termine indicava un'isola immaginaria che godeva della massima perfezione nei sistemi legali, sociali e politici, coniato da Thomas More (e usato come titolo del suo libro, scritto in latino e pubblicato nel 1516). A partire dagli anni 1610, il termine è stato esteso per riferirsi a qualsiasi luogo perfetto. È letteralmente "nessun luogo," creato in latino moderno a partire da elementi greci: ou "non" (vedi sotto) + topos "luogo" (vedi topos).

L'interpretazione etimologica del greco ou "non" fa risalire la parola alla radice proto-indoeuropea *aiw- "forza vitale, vita; lunga vita, eternità." I linguisti ipotizzano un'espressione pre-greca *(ne) hoiu (kwid) "(non sulla tua) vita," con ne "non" + *kwid, una "particella enfatizzante" [Watkins]. Beekes spiega che *ne, la negazione della frase, "ha perso il suo significato nel secondo elemento" e nota altri esempi di questo schema.

Comunemente, ma in modo errato, è stato interpretato come derivante dal greco eu- "buono" (vedi eu-), un errore rafforzato dall'introduzione di dystopia (intorno al 1844). Sullo stesso modello, Bentham coniò cacotopia (1818).

Questo elemento di formazione delle parole si trova nei nomi di paesi, malattie e fiori, ed è derivato dal latino e dal greco -ia, un suffisso nominale. In greco, era particolarmente usato per creare sostantivi astratti, di solito di genere femminile. Puoi vedere anche -a (1). Nella sua evoluzione classica, questo suffisso è passato attraverso il francese -ie fino ad arrivare all'inglese moderno come -y (come in familia/family, e anche in -logy, -graphy). Fai un confronto con -cy.

In parole come paraphernalia, Mammalia, regalia, ecc., rappresenta il latino o il greco -a (vedi -a (2)). Questo suffisso era usato per il plurale di sostantivi in -ium (latino) o -ion (greco), spesso con una -i- formativa o eufonica per facilitare la pronuncia.

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