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Etimologia e Storia di *au-

*au-

Radice proto-indoeuropea che significa "percepire."

Potrebbe dare origine a: aesthete; aesthetic; anesthesia; audible; audience; audio; audio-; audit; audition; auditor; auditorium; auditory; hyperaesthesia; kinesthetic; oyer; oyez; obedient; obey; paraesthesia; synaesthesia.

Potrebbe anche essere la fonte di: sanscrito avih, avestano avish "apertamente, evidentemente;" greco aisthanesthai "sentire;" latino audire "ascoltare;" antico slavo ecclesiastico javiti "rivelare."

Voci correlate

"persona con avanzate e raffinate sensibilità artistiche," attestato dal 1878, in voga nel 1881, dal greco aisthētēs "colui che percepisce," dalla radice di aisthanesthai "percepire (con i sensi o con la mente), sentire," dal protoindoeuropeo *awis-dh-yo-, dalla radice *au- "percepire." Oppure potrebbe derivare da aesthetic sul modello di athlete/athletic. L'idea è leggermente più antica della parola. Aesthetician "professore di gusto" risale al 1829; aestheticist è del 1868.

1. Properly, one who cultivates the sense of the beautiful; one in whom the artistic sense or faculty is highly developed; one very sensible of the beauties of nature or art.—2. Commonly, a person who affects great love of art, music, poetry, and the like, and corresponding indifference to practical matters; one who carries the cultivation of subordinate forms of the beautiful to an exaggerated extent: used in slight contempt. [Century Dictionary, 1897]
1. Propriamente, chi coltiva il senso del bello; chi ha un senso artistico o una facoltà altamente sviluppata; chi è molto sensibile alle bellezze della natura o dell'arte.—2. Comunemente, una persona che finge un grande amore per l'arte, la musica, la poesia e simili, e una corrispondente indifferenza per le questioni pratiche; chi porta la coltivazione delle forme subordinate del bello a un'estensione esagerata: usato con lieve disprezzo. [Century Dictionary, 1897]
I want to be an aesthete,
 And with the aesthetes stand;
A sunflower on my forehead,
 And a lily in my hand.
[Puck, Oct. 5, 1881]
Voglio essere un estetista,
 E con gli estetisti stare;
Un girasole sulla fronte,
 E un giglio nella mano.
[Puck, 5 ottobre 1881]

1798, dal tedesco Ästhetisch (metà del XVIII secolo) o dal francese esthétique (che deriva dal tedesco), e alla fine dall greco aisthetikos, che significa "percepito dai sensi, sensibile," riferito a cose "perceptibili," e deriva da aisthanesthai, che vuol dire "percepire (con i sensi o con la mente), sentire," radicato nella lingua protoindoeuropea *awis-dh-yo-, dalla radice *au- che significa "percepire."

Il termine è stato reso popolare in inglese grazie alle traduzioni di Kant, ed era usato inizialmente nel senso classico e corretto di "scienza che studia le condizioni della percezione sensoriale" [OED]. Kant aveva cercato di riappropriarsi della parola dopo che Alexander Baumgarten l'aveva adottata in tedesco per indicare "critica del gusto" (negli anni '50 del 1700), ma il significato di Baumgarten si era diffuso in inglese intorno agli anni '30 del 1800 (nonostante la resistenza accademica) e aveva liberato il termine dalla sua connotazione filosofica.

Walter Pater la usò (1868) per descrivere il movimento artistico della fine del XIX secolo che promuoveva "l'arte per l'arte," il che ha ulteriormente offuscato il significato originale. [Whewell aveva proposto callesthetics per indicare "la scienza della percezione del bello."]

Come aggettivo, il termine era già in uso nel 1798 per descrivere "ciò che riguarda la percezione sensoriale;" nel 1821 assunse il significato di "caratterizzato dall'apprezzamento del bello." Correlato: Aesthetically.

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Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of *au-

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