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Significato di flashy

appariscente; vistoso; sfavillante

Etimologia e Storia di flashy

flashy(adj.)

"appariscente, attraente in modo economico," negli anni 1680, derivato da flash (n.1) + -y (2). Inizialmente significava "schizzante" (anni 1580); "brillante, che emette lampi" (circa 1600), ma questi significati sono diventati rari. Correlati: Flashily; flashiness.

Voci correlate

Nel 1560, il termine indicava un "improvviso scoppio di fiamma o luce," derivato dal verbo flash; inizialmente usato per descrivere i fulmini. In senso figurato, applicato a intelligenza, risate, rabbia e simili, si diffuse intorno al 1600. L'accezione di "periodo occupato da un lampo, un tempo molto breve" risale agli anni '20 del 1600. L'idea di "brillantezza superficiale" emerse negli anni '70 del 1600. Il significato di "primo resoconto giornalistico" è attestato dal 1857. Il personaggio dei fumetti appare nel 1940. L'uso per indicare una "lampada fotografica" risale al 1913. Flash cube (vi ricordate di quelli?) è del 1965.

Flash in the pan (1704 nel senso letterale, 1705 in quello figurato) proviene dalle armi da fuoco di un tempo, dove la polvere poteva accendersi nel bacino ma non innescare la carica principale; da qui il significato figurato di "esplosione brillante seguita da un fallimento."

Deriva da flash (verbo) usato in vari e slegati significati, spesso in gergo. Il significato di "relativo a ladri, prostitute, ecc." risale circa al 1700. Quello di "vulgar, appariscente" è del 1785 (è più antico in flashy). Infine, il significato di "esperto, intelligente" è del 1812.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of flashy

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