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Significato di scary

spaventoso; terrificante; inquietante

Etimologia e Storia di scary

scary(adj.)

Inoltre, scarey, "terrificante, che provoca o tende a provocare paura," 1580s, da scare (sostantivo) + -y (2). Il significato "facilmente spaventato, soggetto a spaventi" risale al 1800. In questo senso, in passato era talvolta usato colloquialmente come skeery, skeary; l'OED segna questo significato come originariamente e principalmente nordamericano. Correlati: Scarier; scariest.

Voci correlate

Nella decade del 1520, il termine indicava "qualcosa che spaventa, un spaventapasseri"; negli anni 1540, si è evoluto nel significato di "panico improvviso, terrore repentino causato da una sciocchezza, allarme ingiustificato," derivando dal verbo scare. La forma precedente era il medio inglese sker, che significava "paura, terrore, spavento" (circa 1400). L'espressione scare tactic, che si riferisce a "tentativi di manipolare l'opinione pubblica sfruttando la paura," è attestata dal 1948.

Nel 1845, il termine è stato usato per la prima volta nel senso di "timidamente," derivato da scary e -ly (2). Già nel 1967, però, ha assunto una connotazione più positiva, venendo usato per descrivere qualcosa di "innervante" o "sorprendente" (come in scarily good, ecc.).

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of scary

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