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Significato di tricky

ingannevole; difficile; astuto

Etimologia e Storia di tricky

tricky(adj.)

Nel 1786, il termine è stato usato per descrivere qualcosa "caratterizzato da inganni, astuto, scaltro," derivato da trick (sostantivo) + -y (2). Il significato "deceptively difficult," ovvero "ingannevolmente difficile," è attestato già nel 1868. Altre forme correlate includono Trickily e trickiness. In passato si usava anche tricksy (anni '90 del 1500), mentre tricksome significava "giocoso, incline a scherzare" (anni '40 del 1600). Un'altra variante è trickish (1705).

Voci correlate

All'inizio del XV secolo, il termine indicava "un inganno, una furbata, un congegno astuto o fraudolento." Derivava dall'antico francese settentrionale trique, che significava "un inganno, una tradimento, una frode," e si collegava a trikier, ovvero "ingannare, imbrogliare," variante di trichier, "imbrogliare, ingannare." L'origine di questa parola rimane incerta.

Il Dizionario di Oxford (OED, 1989) cita studiosi di francese che la riconducono al latino volgare *triccare, derivato dal latino tricari, che significa "essere evasivo, tergiversare." Questo, a sua volta, proveniva da tricæ, che indicava "futilità, sciocchezze, un groviglio di difficoltà" (come in extricate, intricate), ma anche l'etimologia di queste parole rimane incerta.

Altri studiosi suggeriscono un'origine o un'influenza dal medio olandese, collegando il termine francese a trek, che significa "una tirata, uno strattone," usato in un senso secondario per indicare "un trucco." Si può anche confrontare con trigger, poiché i loro significati si sono intrecciati e le forme confuse nel tempo.

Negli anni '70 del '500, il termine era usato per indicare "un congegno ingegnoso o un espediente." La definizione di "uno scherzo birichino" appare negli anni '80 dello stesso secolo. In passato, era anche usato per descrivere "un piccolo oggetto, un giocattolo, un soprammobile" (anni '50). L'espressione play tricks si afferma negli anni '50, mentre in precedenza si usava spesso put tricks (anni '20).

Nel contesto dei giochi di carte, il termine indicava "le carte giocate collettivamente in un turno," già negli anni '90 del '500 (prendere queste carte spesso determinava il vincitore della partita). Da qui, probabilmente, deriva l'espressione miss a trick, che significa "non cogliere un'opportunità" (1889, probabilmente estesa dal gioco del whist, dove è attestata dal 1872).

Attestato intorno al 1600, il termine indicava "un'abilità o un'esibizione di destrezza per sorprendere o divertire." Il significato di "arte di fare qualcosa" si afferma negli anni '10 del '600. L'espressione old tricks, che si riferisce a "cattive abitudini," appare negli anni '80 dello stesso secolo. Tricks of the trade, che indica "espedienti, artifici e stratagemmi di un mestiere o di un'attività," è attestata nel 1895. Il saluto gergale how's tricks? compare nel 1882. L'espressione do the trick, che significa "raggiungere il proprio scopo," è attestata nel gergo nel 1812.

Trick-or-treat, il gioco di bambini durante Halloween, è documentato dal 1927 in Canada. Trick question, una domanda progettata per ingannare o per ottenere più informazioni di quelle richieste, risale al 1907. Si può anche confrontare con hat trick.

Il significato di "cliente di una prostituta" è attestato per la prima volta nel 1915; in precedenza, nel gergo statunitense, indicava "una rapina" (dal 1865).

1550s, "abbigliato con arte, elegante, alla moda;" nel 1590s come "abile, astuto, ingegnoso, distinto da o abbondante in trucchi," da trick (n.) + -sy, equivalente a -y (2), per il quale confronta limpsy; o altrimenti rappresenta tricks (n.) + -y (2).

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " tricky "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of tricky

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