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Significato di waxy

ceroso; simile alla cera; di consistenza cerosa

Etimologia e Storia di waxy

waxy(adj.)

All'inizio del 15° secolo, waxi significava "avere la texture o la consistenza della cera," derivato da wax (sostantivo) + -y (2). Già nel 1835 era usato per indicare "simile alla cera nell'aspetto." Correlato: Waxiness.

Voci correlate

Il termine inglese antico weax, che significa "sostanza spessa e appiccicosa secreta dalle api e usata per costruire le loro celle", deriva dal proto-germanico *wahsam. Questa radice è alla base di parole simili in altre lingue germaniche, come l'antico sassone, l'antico alto tedesco wahs, l'antico norreno vax, l'olandese was e il tedesco Wachs. Risale a una radice indoeuropea, *wokso-, che significa "cera". Questa radice ha dato origine anche al slavo ecclesiastico antico voskŭ, al lituano vaškas, al polacco wosk e al russo vosk, tutti significanti "cera", anche se potrebbero derivare dal germanico.

Inizialmente, il termine era usato soprattutto per indicare una sostanza destinata a ricevere un sigillo o come superficie per le tavolette di scrittura. A partire dal XVIII secolo, è stato impiegato anche per descrivere altre sostanze simili.

Il significato slang di "disco gramofonico" è emerso nel 1932 nell'inglese americano. Fino ai primi anni '40, la maggior parte dei dischi originali veniva realizzata incidendo con un ago su un disco ceroso, che poi veniva placcato in metallo per creare un master. L'espressione wax museum, che si riferisce a "un'esposizione di figure di cera a grandezza naturale che rappresentano persone famose o notorie", è attestata già nel 1817 (si veda anche waxwork).

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of waxy

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