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Significato di beggary

mendicità; povertà; richiesta di elemosina

Etimologia e Storia di beggary

beggary(n.)

Verso la fine del XIV secolo, il termine indicava la "pratica della questua, la mendicità; la povertà," derivato da beggar (sostantivo) + -y (2).

Voci correlate

Il termine "mendicante," usato per descrivere chi chiede elemosina, specialmente come stile di vita, risale circa al 1200. Proviene dal francese antico begart, che indicava un membro dei Beghards, un ordine mendicante di laici nei Paesi Bassi. A sua volta, questo termine deriva dal medio olandese beggaert, che significa "mendicante." L'origine di questa parola è incerta, ma presenta un suffisso peggiorativo (vedi -ard). È possibile che il sostantivo comune derivi dal nome proprio, simile a Beguine. Inizialmente, alcune interpretazioni popolari cercarono di collegare la parola inglese a bag, ma questa teoria è stata successivamente smentita (vedi OED).

Dal metà del 14° secolo, il termine è stato usato anche per indicare "una persona indigente," indipendentemente dal fatto che chiedesse o meno aiuto. Intorno al 1300, assunse anche il significato di "persona meschina o vile." Nel 1833, divenne un modo colloquiale per riferirsi a "un compagno, un uomo." La forma con -ar è attestata fin dal 14° secolo, ma begger era più comune tra il 15° e il 17° secolo. La forma femminile beggestere appare come cognome già intorno al 1300. Inoltre, Beggar's velvet era un antico modo di riferirsi ai "dust bunnies," ovvero quei batuffoli di polvere che si accumulano negli angoli.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of beggary

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