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Significato di figgy

dolce; pieno di fichi o uvetta

Etimologia e Storia di figgy

figgy(adj.)

anche figgey, 1540s "dolce" (come i fichi), da fig (n.1) + -y (2). Dal 1846 (in un libro di parole corniche) come "pieno di fichi o uvetta."

Oh say they, God is merciful, a sweet & figgy God, who forgiueth sinnes freely for Christs sake [Bartimeus Andreas, Certaine Verie Worthie, Godly and Profitable Sermons, 1583.]
Oh dicono, Dio è misericordioso, un dolce & figgy Dio, che perdona i peccati gratuitamente per amore di Cristo [Bartimeus Andreas, Certaine Verie Worthie, Godly and Profitable Sermons, 1583.]

Il figgy pudding (1670s) del canto natalizio è un piatto di fichi secchi stufati nel vino che risale al Medioevo, ma era più spesso associato alla Quaresima che al Natale. Nel libro di cucina del XIV secolo Forme of Cury è semplicemente elencato con il nome fygey.

Voci correlate

All'inizio del XIII secolo, la parola deriva dal francese antico figue, che significa "fico" (XII secolo), e risale al provenzale antico figa, passando per il latino volgare *fica. Questo, a sua volta, corrisponde al latino ficus, che indica "albero di fico" o "fico". È probabile che queste parole derivino da una fonte comune mediterranea, come suggeriscono anche il greco sykon e l'armeno t'uz. Alcuni studiosi ipotizzano addirittura un'origine semitica, confrontando il fenicio pagh, che significa "fico mezzo maturo". In effetti, potrebbe trattarsi di un rientro lessicale, dato che in antico inglese esisteva già la parola fic, presa direttamente dal latino e usata per indicare sia il fico che l'albero di fico.

Il significato offensivo del termine, come usato da Shakespeare e altri (A fig for ...), risale agli anni '70 del Cinquecento. Nel Seicento, si trovano anche forme italiane come fico. Questo senso derisorio potrebbe derivare dall'uso di fig per indicare una "cosa piccola e senza valore", ma anche dall'uso greco e italiano della parola come slang per "vulva". Questa associazione sarebbe dovuta all'aspetto di un fico maturo quando viene aperto, che ricorda in qualche modo la forma femminile [Rawson, Weekley]. L'espressione Giving the fig (in francese antico faire la figue, in spagnolo dar la higa) indicava un gesto osceno di origine antica, realizzato mettendo il pollice tra due dita o in bocca, simile all'odierno gesto di "fare le corna" (vedi bird (n.3)). Si può anche confrontare con sycophant.

L'uso di fig leaf nel senso figurato di "disgrazia fragile" risale agli anni '50 del Cinquecento ed è tratto dalla Genesi, capitolo 3, versetto 7. Fig-faun traduce il latino faunus ficarius (Geremia, l.39). I Fig Newtons (introdotti nel 1907) prendono il nome da Newton, Massachusetts.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of figgy

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