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Significato di tingly

formicolante; che provoca una sensazione di formicolio

Etimologia e Storia di tingly

tingly(adj.)

"caratterizzato da formicolio," 1898, da tingle (n.) + -y (2). Correlato: Tingliness.

Voci correlate

Verso la fine del 14° secolo, il verbo significava "fare un tintinnio, emettere una successione di suoni chiari e squillanti." In seguito ha acquisito anche il significato di "avere una sensazione di ronzio o di vibrazione quando si sente qualcosa," oltre a "provare una sensazione di formicolio, puntura o eccitazione," spesso causata dal freddo o da un'improvvisa emozione. Questa evoluzione semantica è probabilmente legata a una variazione di tinkelen (vedi tinkle (v.)). Le forme correlate includono: Tingled e tingling.

Il sostantivo, che indica "un formicolio," è attestato a partire dal 1700 in riferimento a suoni, mentre nel 1848 viene usato per descrivere la sensazione di formicolio o di eccitazione nervosa.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " tingly "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of tingly

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