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Significato di wispy

sottile; evanescente; leggero

Etimologia e Storia di wispy

wispy(adj.)

"like a wisp," 1717, da wisp + -y (2). Correlato: Wispiness. L'aggettivo precedente era wispen (anni 1580).

Voci correlate

Verso la fine del XIII secolo, il termine indicava un "manipolo o mazzetto di fieno, erba, ecc.," utilizzato per bruciare, pulire o come cuscino. La sua origine è incerta, potrebbe derivare da una parola dell'inglese antico non documentata, affine al norvegese e svedese visp "ciuffo," anch'essa di origine sconosciuta.

A volte si dice che sia collegato a whisk (anche se questo è spesso negato con forza) o al medio basso tedesco e medio olandese wispel "una misura di grano." Il significato di "porzione sottile e filiforme" è attestato dal 1836. Come verbo appare negli anni '90 del XVI secolo, con il significato di "strofinare con un ciuffo."

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of wispy

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