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Significato di catchy

accattivante; orecchiabile; attraente

Etimologia e Storia di catchy

catchy(adj.)

"avere la qualità di 'catturare' nella mente," 1831, da catch (v.) + -y (2). Inizialmente considerato colloquiale. Correlato: Catchiness.

There is, also, by far too much of routine both in the selection of subjects, and in the mode of treating them, notwithstanding the oddity that is sometimes substituted for originality. Should this system be persevered in, there is great danger of every thing becoming forced and unnatural, and all other qualities sacrificed to a catchy, stage-like effect, both as regards subject, composition, and execution. ["The Suffolk Street Exhibit," in Fraser's Magazine, July, 1831]
C'è, inoltre, decisamente troppa routine sia nella scelta dei soggetti che nel modo di trattarli, nonostante l'oddità che a volte viene sostituita all'originalità. Se questo sistema dovesse continuare, c'è un grande rischio che tutto diventi forzato e innaturale, e che tutte le altre qualità vengano sacrificate a un effetto accattivante e teatrale, sia per quanto riguarda il soggetto, la composizione che l'esecuzione. ["The Suffolk Street Exhibit," in Fraser's Magazine, luglio 1831]

È attestato prima (1827) nella scrittura medica in riferimento alla respirazione, ed è stato notato da Jamieson (1818) e altri come una parola scozzese per "veloce nell'apprendere; disposto a sfruttare un altro."

Voci correlate

Intorno al 1200, il significato di "prendere, catturare" si sviluppa dall'anglo-francese o dal vecchio francese cachier, che indicava l'azione di "catturare" animali (in francese antico chacier significava "cacciare, inseguire, scacciare" animali, mentre in francese moderno è chasser "cacciare"). Questa parola deriva dal latino volgare *captiare, che significava "cercare di afferrare, inseguire" (da cui anche lo spagnolo cazar e l'italiano cacciare), a sua volta proveniente dal latino captare "prendere, afferrare", un frequente di capere "prendere, afferrare" (dalla radice indoeuropea *kap-, che significa "afferrare"). Questo termine è un doppione di chase (verbo).

Nei primi testi in medio inglese, catch assume anche il significato di "inseguire, cacciare", che poi si è evoluto in chase (verbo). Riguardo al sonno e simili, il termine inizia a essere usato nel XIV secolo; per le infezioni risale agli anni '40 del 1500; per il fuoco è attestato dal 1734 (si può paragonare al greco aptō, che significa "fissare, unire, attaccare, afferrare, toccare", ma anche "accendere, dar fuoco, prendere fuoco"). Tra i termini correlati troviamo: Catched (ormai obsoleto), catching, caught.

Il significato di "fare il ricevitore nel baseball" è documentato dal 1865. L'espressione catch on, che significa "capire, afferrare un concetto", compare nel linguaggio colloquiale americano nel 1884. L'espressione catch the eye, che indica "attirare l'attenzione", è attestata nel 1718. Infine, Catch as catch can ha origini nel tardo XIV secolo (cacche who that cacche might).

Il termine catchphrase, che significa "frase che si diffonde e viene ripetuta," risale al 1837 ed è composto da catch (verbo) e phrase (sostantivo). L'idea alla base è che certe parole riescano a "catturare" l'attenzione e a rimanere impresse nella mente (si veda anche catchword, che è più antico e potrebbe aver ispirato questo termine; c'è anche catchy). Inizialmente usato in contesti politici, è diventato comune anche per citazioni di opere teatrali che hanno guadagnato popolarità.

This new experiment consists in a "divorce of bank and State." This is a mere catch-phrase, which was originally introduced by artful and designing politicians to impose upon the credulity and honesty of the people. Many have adopted it without reflecting or inquiring as to its import, or its consequences. [Sen. Talmage (Georgia), U.S. Senate debate on the Sub-Treasury Bill, Sept. 22, 1837]
Questo nuovo esperimento consiste in un "divorzio tra banca e Stato." Si tratta di un mero catchphrase, introdotto originariamente da politici astuti e ingannevoli per sfruttare la credulità e l'onestà del popolo. Molti lo hanno adottato senza riflettere o interrogarsi sul suo significato e sulle sue conseguenze. [Sen. Talmage (Georgia), dibattito del Senato degli Stati Uniti sul Sub-Treasury Bill, 22 settembre 1837]
In political or partisan squibs, the introduction of such phrases may be properly allowed, though sparingly ; for they are most undoubtedly a species of ornament that soon nauseates upon repetition. There is a still lower species of "slang," consisting of the "catch phrase of the day," in great vogue among the gods at the minor theatres, that we only mention to reprobate entirely ; and which, as common sense is no ingredient in its concoction, is as destitute of energy as it is abhorrent to a cultivated ear. ["T.A.," "Guide for the Writing-Desk; or, Young Author's and Secretary's Friend," etc., London, 1846]
Nei testi politici o di parte, l'uso di tali frasi può essere giustificato, sebbene con parsimonia; poiché sono senza dubbio una forma di abbellimento che presto stanca per la ripetizione. Esiste una forma ancora più bassa di "gergo," rappresentata dal "catchphrase del giorno," molto in voga tra gli dèi dei teatri minori, che menzioniamo solo per condannarla completamente; e che, essendo priva di buon senso nella sua creazione, è tanto priva di energia quanto sgradevole per un orecchio colto. ["T.A.," "Guide for the Writing-Desk; or, Young Author's and Secretary's Friend," ecc., Londra, 1846]

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " catchy "

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