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Significato di lacy

pieno di pizzi; delicato; elegante

Etimologia e Storia di lacy

lacy(adj.)

1804, da lace (n.) nel senso decorativo + -y (2).

Voci correlate

All'inizio del XIII secolo, laz indicava un "cordone realizzato con fili di seta intrecciati o intrecciati", proveniente dal francese antico laz, che significava "rete, cappio, corda, nastro o trappola" (in francese moderno lacs). Questo a sua volta derivava dal latino volgare *lacium, che si originava dal latino laqueum (nominativo laqueus), traducibile come "cappio o trappola" (da cui l'italiano laccio, lo spagnolo lazo e l'inglese lasso). Si trattava di un termine legato alla cattura e alla caccia, probabilmente derivato dalla radice italica *laq-, che significava "catturare" (si può confrontare con il latino lacere, che significa "attirare").

Successivamente, il termine assunse anche il significato di "rete, cappio, trappola" (circa 1300) e di "corda usata per unire i bordi di fessure o aperture in un indumento" (fine del XIV secolo, come si può vedere in shoelace). Nel Medio Inglese, il termine era principalmente usato per indicare "corda o filo", specialmente per legare o fissare. Veniva applicato a linee da pesca e forse anche alla corda per impiccagione, alle travi in architettura e alla rete che Vulcano usò per catturare Venere in adulterio. Death's lace indicava la presa gelida della Morte, mentre Love's lace rappresentava un amore vincolante.

A partire dagli anni '40 del Cinquecento, il termine assunse il significato di "cordone o treccia ornamentale", da cui si sviluppò l'idea di "tessuto di fili sottili in una rete ornamentale aperta e decorativa" (anni '50 del Cinquecento), che divenne presto il significato principale in inglese. Il "Century Dictionary" (1902) elenca ben 87 varietà. Come aggettivo, lace-curtain per indicare la "classe media" (o una classe inferiore con pretese borghesi), spesso riferito agli irlandesi-americani, è attestato già nel 1928.

vedi lacy.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of lacy

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