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Significato di loamy

argilloso; fertile; ricco di sostanze nutritive

Etimologia e Storia di loamy

loamy(adj.)

All'inizio del XIII secolo, deriva da loam (sostantivo) + -y (2). Correlato: Loaminess.

Voci correlate

Il termine inglese antico lam, che significa "argilla, fango, terra argillosa o fangosa," deriva dal proto-germanico *laimaz (da cui anche il sassone antico lemo, l'olandese leem, il tedesco Lehm "terra da coltivazione"). La radice indoeuropea è *(s)lei-, che significa "viscido" (da cui anche il latino limus "fango;" vedi slime (n.)).

Inizialmente, il termine si riferiva anche alla sostanza di cui Dio creò l'uomo a Sua immagine. Come nome tecnico per un tipo di terreno argilloso altamente fertile, è attestato a partire dagli anni '60 del 1600. Come verbo compare intorno al 1600. Correlati: Loamed; loaming. Loamshire, usato per descrivere una contea rurale inglese immaginaria, appare in "Adam Bede" (1859).

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of loamy

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