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Significato di tarry

ritardare; indugiare; procrastinare

Etimologia e Storia di tarry

tarry(v.)

inizio del XIV secolo, tarien, "ritardare nell'agire, procrastinare, rallentare" (transitivo, un senso ora obsoleto), una parola di origine incerta. Alcune fonti suggeriscono un collegamento con il latino tardare "ritardare." Altre suggeriscono qualche collegamento con il formalmente identico inglese medio tarien "eccitare l'ira, provocare," che potrebbe provenire dal francese antico tariier. L'inglese medio aveva precedentemente targen "ritardare nell'agire, essere lento" (c. 1200), dalla parola francese antica o dall'inglese antico tergan, tirgan "infastidire, irritare, esasperare, provocare."

Il significato intransitivo "indugiare, continuare in un luogo, soggiornare" è attestato dalla fine del XIV secolo. Correlati: Tarried; tarrying; tarrysome.

tarry(adj.)

All'inizio del 15° secolo, terrie significava "simile alla pece;" negli anni '50 del 1500, "composto da o simile alla pece;" negli anni '80 del 1500, "spalmato di pece;" deriva da tar (sostantivo 1) + -y (2). In modo colloquiale, già nel 1822 era usato per indicare "ladresco," e in espressioni come tarry fingers, riferendosi a cose che si attaccano in modo inappropriato; tarry-fingered significava "disonesto, ladro" (1808, Jamieson).

Voci correlate

Si tratta di un liquido denso, viscoso e scuro, utilizzato come unguento (per le pecore), agente di sigillatura (per le navi) e materiale incendiario. In medio inglese si scriveva tēr, derivante dall'antico inglese teoru o teru, che significava "catrame, bitume, resina, gomma." Letteralmente, si riferiva al "catrame di (alcuni tipi di) alberi." La sua origine è nel proto-germanico *terw-, che ha dato vita anche all'antico norreno tjara, all'antico frisone tera, al medio olandese tar, all'olandese teer e al tedesco Teer.

Secondo Watkins, potrebbe derivare da *trewo-, che proviene dalla radice protoindoeuropea *derw-, una variante di *deru-, che significa "essere fermo, solido, costante." Questa radice ha assunto significati più specifici come "legno" o "albero," dando origine a termini che si riferiscono a oggetti fatti di legno.

Tar baby, che significa "un problema appiccicoso" (inglese americano), è stato reso popolare da una storia di Joel Chandler Harris, parte della serie "Uncle Remus" (1881). Tuttavia, la storia e l'idea sono più antiche e radicate nel folklore afroamericano. Una versione dialettale è stata pubblicata in precedenza come parte di "Bushy and Jack" su Harper's Monthly Magazine, nel maggio del 1867, attribuita a Mary Hose. Questo termine è attestato nel 1948 come un modo spregiativo per riferirsi a una "persona nera."

Il modo di dire to beat (o knock) the tar out of someone è documentato dal 1884; qui tar potrebbe avere un significato eufemistico.

"ritardare, aspettare, oziare," metà del 14° secolo, sostantivo verbale da tarry (v.). Il medio inglese aveva anche tarriance (metà del 15° secolo).

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " tarry "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of tarry

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