"parlare in modo empio o profano di Dio o di cose sacre," inizio del XIII secolo, dall'antico francese blasfemie "blasfemia," dal latino tardo blasphemia, dal greco blasphēmia "parlare male, discorso empio, calunnia," da blasphēmein "parlare male di."
Il secondo elemento di questa parola è phēmē "espressione" (dalla radice proto-indoeuropea *bha- (2) "parlare, dire"); il primo elemento è incerto, potrebbe essere legato a blaptikos "dannoso," anche se è stata proposta anche blax "lento (di corpo e mente), stupido"; de Vaan suggerisce un collegamento con la radice del latino malus "cattivo, spiacevole" (dalla radice proto-indoeuropea *mel- (3)). Nell'uso dell'Antico Testamento, la parola si riferiva a un crimine più specifico, contro il rispetto per Jehovah come sovrano degli ebrei, paragonabile al tradimento.
Blasphemy cognizable by common law is described by Blackstone to be "denying the being or providence of God, contumelious reproaches of our Saviour Christ, profane scoffing at the Holy Scripture, or exposing it to contempt or ridicule"; by Kent as "maliciously reviling God or religion"; and by Chief Justice Lemuel Shaw as "speaking evil of the Deity with an impious purpose to derogate from the Divine Majesty and to alienate the minds of others from the love and reverence of God." [Century Dictionary, 1895]
La blasfemia riconosciuta dal diritto comune è descritta da Blackstone come "negare l'esistenza o la provvidenza di Dio, ingiurie contumeliose al nostro Salvatore Cristo, scherno profano della Sacra Scrittura, o esporla al disprezzo o al ridicolo"; da Kent come "offendere Dio o la religione con malizia"; e dal Chief Justice Lemuel Shaw come "parlare male della Divinità con l'intento empio di sminuire la Maestà Divina e allontanare le menti altrui dall'amore e dal rispetto per Dio." [Century Dictionary, 1895]
To laugh at the pretensions of Mohammed in Constantinople is blasphemy. To say in St Petersburg that Mohammed was a prophet of God is also blasphemy. There was a time when to acknowledge the divinity of Christ in Jerusalem was blasphemy. To deny his divinity is now blasphemy in New York. Blasphemy is to a considerable extent a geographical question. [Robert G. Ingersoll, quoted in "Discussions," 1902]
Ridere delle pretese di Maometto a Costantinopoli è blasfemia. Dire a San Pietroburgo che Maometto era un profeta di Dio è anch'esso blasfemia. C'è stato un tempo in cui riconoscere la divinità di Cristo a Gerusalemme era blasfemia. Negare la sua divinità è ora blasfemia a New York. La blasfemia è in larga misura una questione geografica. [Robert G. Ingersoll, citato in "Discussions," 1902]