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Etimologia e Storia di toothy

toothy(adj.)

"avere denti, pieno di denti," 1610s, da tooth (n.) + -y (2).

Voci correlate

Il termine medio inglese toth, che significa "dente umano o animale," deriva dall'inglese antico toð (al plurale teð). La sua origine si trova nel proto-germanico *tanthu-, che ha dato vita a parole simili in diverse lingue, come l'antico sassone, il danese, lo svedese, l'olandese tand, l'antico norreno tönn, l'antico frisone toth, l'antico alto tedesco zand, il tedesco moderno Zahn e il gotico tunþus. La radice indoeuropea da cui deriva è *dent-, che significa "dente."

Il plurale teeth è un esempio di i-mutation. La perdita della -n- prima delle consonanti fricative è una regola comune nell'inglese antico, nell'antico frisone e nell'antico sassone. Si possono trovare esempi simili in parole come goose (n.), five, mouth (n.). Altri casi includono thought, che deriva da think, e couth, che proviene da can (v.1). Anche us deriva da *uns.

Il significato di "appetito, desiderio fisico" è attestato dalla fine del XIV secolo (come in colt's tooth, sweet tooth, dry tooth per indicare "sete," toothsome, e si può confrontare con l'uso figurato di palate). L'applicazione del termine a parti simili a denti (come quelle di seghe, pettini, ecc.) risale anch'essa alla fine del XIV secolo.

Tooth and nail, che significa "con morsi e graffi, con unghie e denti," quindi "in modo violento, furioso," è documentato all'inizio del XIV secolo (come nayles and teþ). L'espressione armed to the teeth risale circa al 1300. La figura della tooth-fairy è attestata a partire dal 1964.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of toothy

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