Il termine per indicare un luogo dedicato ai libri risale alla fine del XIV secolo e proviene dall'anglo-francese librarie, dall'antico francese librairie e librarie, che significavano "collezione di libri" o "negozio di librai" (XIV secolo). Queste parole derivano dal latino librarium, che indicava un "mobile per libri" o una "scatola per libri", e libraria, che si traduceva come "negozio di librai." In latino medievale, il termine era usato per indicare una "biblioteca." Questi sostantivi derivano rispettivamente dal neutro e dal femminile di librarius, che significa "relativo ai libri," a sua volta originato da librarium, che si traduce come "scatola per libri," e da liber (genitivo libri), che significa "libro, carta, pergamena."
Il latino liber (proveniente dal proto-italico *lufro-) inizialmente indicava "la corteccia interna degli alberi." Potrebbe derivare dalla radice proto-indoeuropea *lubh-ro-, che significa "foglia, scorza," un derivato della radice *leub(h)-, che significa "strippare, sbucciare" (vedi leaf (n.)). Confrontando le parole albanesi labë ("scorza, sughero"), lituane luobas ("corteccia"), lettone luobas ("pellicola"), e russa lub ("corteccia"), de Vaan suggerisce che, "in mancanza di un'alternativa migliore, possiamo ipotizzare che liber sia imparentato con *lubh- e risalga a una parola proto-indoeuropea o europea che significava 'foglia, scorza.'"
Nella maggior parte delle lingue romanze, il termine equivalente è sopravvissuto solo nel significato di "negozio di librai" (francese libraire, italiano libraria). In antico inglese si usava bochord, che letteralmente significava "tesoro di libri." Come aggettivo, Blount (1656) usa librarious.
"I no sooner come into the library, but I bolt the door to me, ... and in the very lap of eternity, amongst so many divine souls, I take my seat, with so lofty a spirit and sweet content, that I pity all our great ones, and rich men that know not this happiness." [Burton, "Anatomy of Melancholy," paraphrasing "Heinsius, the keeper of the library at Leyden in Holland"]
"Non appena entro in biblioteca, chiudo la porta dietro di me, ... e nel grembo dell'eternità, tra tante anime divine, prendo posto, con uno spirito così elevato e una dolce contentezza, che pieto tutti i nostri grandi e i ricchi che non conoscono questa felicità." [Burton, "Anatomy of Melancholy," parafrasando "Heinsius, il custode della biblioteca di Leida, in Olanda."]