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Significato di reflection

riflessione; riflesso; considerazione

Etimologia e Storia di reflection

reflection(n.)

Verso la fine del XIV secolo, il termine refleccioun, reflexioun, reflectioun si riferiva a superfici o corpi e indicava "l'azione di riflettere luce o calore." Proveniva dal francese antico reflexion, refleccion e direttamente dal latino tardo reflexionem (nominativo reflexio), che significava "una riflessione," letteralmente "un piegamento all'indietro." Era un sostantivo d'azione derivato dalla radice del participio passato del latino reflectere, che significa "piegare all'indietro, piegare all'indietro, distogliere," composto da re- (che indica il "ritorno," come si può vedere in re-) e flectere ("piegare," come si può notare in flexible).

Il significato di "immagine prodotta dall'azione di uno specchio, ecc." è attestato negli anni '80 del '500. Riguardo alla mente, il termine ha assunto il senso di "rivolgere il pensiero verso esperienze o idee passate" a partire dagli anni '70 del '600. L'interpretazione come "osservazione fatta dopo aver riflettuto su un argomento" risale agli anni '40 del '600. La grafia con -ct- è documentata dalla fine del XIV secolo e si è affermata nel XVIII secolo, influenzata dal verbo. L'Oxford English Dictionary considera quella con -x- come "la grafia etimologica," ma Fowler (1926) osserva che -ct- è comune nei significati generali e persino in quelli tecnici.

A clear differentiation being out of the question, & the variation of form being without essential significance, the best thing to do is to use the commoner spelling, reflection, in all senses. [Fowler, "Modern English Usage," 1926]
Non essendo possibile una chiara differenziazione e dato che la variazione di forma non ha un significato essenziale, la cosa migliore da fare è usare la grafia più comune, reflection, in tutti i sensi. [Fowler, "Modern English Usage," 1926]

Voci correlate

All'inizio del XV secolo, il termine si riferiva a qualcosa di "capace di essere piegato; mentalmente o spiritualmente flessibile." Proveniva dal francese antico flexible o direttamente dal latino flexibilis, che significava "che può essere piegato, flessibile, cedevole." In senso figurato, veniva usato anche per descrivere qualcuno di "malleabile o inconstante." La radice flex- deriva dal participio passato di flectere, che significa "piegare," ma le sue origini esatte non sono del tutto chiare. Le varianti flexile (anni '30 del 1600) e flexive (anni '20 del 1600) sono diventate rare nel tempo. Un termine correlato è flexibly. Nel dizionario di Coles del 1717 si trova anche flexiloquent, che descrive qualcuno che "parla con parole ambigue o dal doppio significato."

Il re- è un elemento di formazione delle parole che significa "indietro, di ritorno, verso il luogo originale;" può anche significare "ancora, di nuovo, un'altra volta," e trasmette anche l'idea di "annullamento" o "ritorno," ecc. (vedi l'evoluzione del significato qui sotto). È presente già dal 1200, derivato dal francese antico re- e direttamente dal latino re-, un prefisso inseparabile che significa "di nuovo; indietro; nuovamente, contro."

Watkins (2000) descrive questo prefisso come una "forma di combinazione latina che potrebbe derivare dall'indoeuropeo *wret-, variante metatetica di *wert- 'girare.' De Vaan afferma che l'unica etimologia accettabile è quella proposta nel 2004, che ricostruisce una radice in PIE *ure 'indietro.'

Nei primi testi latini, il prefisso si trasformava in red- davanti a vocali e h-, una forma che si è conservata in parole come redact, redeem, redolent, redundant, redintegrate, e, in forma mascherata, render (v.). In alcune parole inglesi derivate dal francese e dall'italiano, re- appare come ra-, e la consonante seguente è spesso raddoppiata (vedi rally (v.1)).

I molteplici significati legati all'idea di "ritorno" conferiscono a re- una vasta gamma di interpretazioni: "un ritorno; opposizione; ripristino a uno stato precedente; "transizione a uno stato opposto." Dalle accezioni estese di "di nuovo," re- evolve nel senso di "ripetizione di un'azione," ed è in questo senso che diventa estremamente comune come elemento formativo in inglese, applicabile a qualsiasi verbo. L'Oxford English Dictionary osserva che è "impossibile tentare di registrare completamente tutte le forme derivate dal suo uso," e aggiunge che "il numero di queste è praticamente infinito ...."

Spesso funge semplicemente da intensificatore, e in molte delle prime parole prese in prestito dal francese e dal latino il significato preciso di re- è andato perso, confuso in sensi secondari o indebolito al punto da non avere più un contenuto semantico apparente (receive, recommend, recover, reduce, recreate, refer, religion, remain, request, require). Si può anche paragonare al revamp del XIX secolo.

Sembra che nel Medio Inglese ci fossero più parole di questo tipo rispetto a quelle successive, come ad esempio recomfort (v.) "confortare, consolare; incoraggiare;" recourse (n.) "un processo, un modo, una via." Recover nel Medio Inglese poteva anche significare "ottenere, conquistare" (felicità, un regno, ecc.) senza l'idea di riottenere qualcosa, e significava anche "prendere il sopravvento, superare; arrivare a;" si può anche considerare il significato legale di recovery come "ottenere (proprietà) tramite sentenza o procedimenti legali."

Inoltre, a causa di cambiamenti fonetici e spostamenti dell'accento, in alcuni casi re- ha perso completamente la sua identità di prefisso (rebel, relic, remnant, restive, rest (n.2) "resto," rally (v.1) "riunire"). In alcune parole si riduce a r-, come in ransom (un doppione di redemption), rampart, ecc.

Fin dal Medio Inglese, re- è stato usato per formare parole sia da elementi germanici che latini (rebuild, refill, reset, rewrite), ed è stato impiegato anche nell'antico francese (regret, regard, reward, ecc.).

Quando precede una parola che inizia con e, re- è separato da un trattino, come in re-establish, re-estate, re-edify, ecc.; oppure il secondo e ha una dieresi sopra di esso: come in reëstablish, reëmbark, ecc. Il trattino è talvolta usato anche per enfatizzare il senso di ripetizione o iterazione: come in sung e re-sung. La dieresi non è usata su altre vocali oltre a e quando re è prefisso: quindi, reinforce, reunite, reabolish. [Century Dictionary, 1895]
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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of reflection

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